Qual è stata l'ultima volta che hai fatto qualcosa di nuovo?
Ci sono milioni di cose che non abbiamo mai fatto e che potremmo iniziare a fare proprio oggi, dobbiamo solo iniziare.
Questa settimana ho fatto la mia prima live su YouTube.
Sono stata invitata a parlare di contenuti e social per il settore degli illustratori.
La sera stessa, a live conclusa, mi sono riascoltata: troppi “ehm”, troppe frasi prolisse, troppe pause.
Insomma, ho capito che devo migliorare nel public speaking, ma questo in fondo lo sapevo già.
Sono però contenta di due cose:
•i concetti che sono riuscita a esprimere, che poi è quello che conta davvero
•aver provato qualcosa di nuovo, che non avevo mai fatto
Scrivere per gli altri è diverso dal parlare in pubblico: hai tempo per riflettere tra una frase e l’altra, puoi fermarti a scegliere la parola più giusta o quella che rappresenta meglio il concetto che hai in testa.
Parlare in una live su YouTube penso sia doppiamente difficile: non vedi i volti delle persone, ma devi interagire in tempo reale.
Non sai se chi ti ascolta sta storcendo il naso, se sta sbadigliando o se invece ti segue con attenzione.
Poco importa, è stata una bellissima esperienza, che voglio ripetere per migliorarmi.
Questo tipo di sensazione, a metà tra l’adrenalina e la voglia di rifarlo, è quello che si prova quando fai qualcosa per la prima volta.
Ed è allora che mi sono chiesta:
Quand’è stata l’ultima volta che hai fatto qualcosa di nuovo?
Lavorando da casa, capita di perdersi nella monotonia della giornate statiche.
Per fortuna ho una bassotta che anima la mia vita e mi costringe almeno 3 volte al giorno a uscire di casa e fare 3 piani di scale a piedi.
Ma per il resto, alimentare la mia curiosità è un lavoro complementare a tutto il resto: trovare input, spunti e fonti da cui attingere è già un bell’esercizio, ma a volte non basta.
Metterci in una condizione scomoda, che non abbiamo mai provato fino a quel momento è quello che ci fa davvero smuovere dall’impasse.
Quante volte ci capita di finire negli stessi loop mentali e di fare le cose sempre allo stesso modo?
Accorgercene è già una benedizione, ma poi dobbiamo fare il passo successivo.
Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi
E se lo diceva Einstein, forse possiamo crederci.
La novità è una breve interruzione del nostro autoracconto
Quante volte ci diciamo “io sono fatto così”.
Ai più fortunati, la realtà sbatterà in faccia un’ottima occasione per imparare una nuova lezione e capire che il modo in cui siamo sempre stati abituati a comportarci, non è per forza quello migliore per noi.
Ciò che siamo -o che pensiamo di essere- è la somma delle nostre esperienze.
Ma cosa succede se le nostre esperienze ad un certo punto smettono di evolvere?
Che fine farà il racconto che ci facciamo su di noi?
Il più grande rischio è quello di continuare a ripeterci la stessa narrazione su noi stessi e non evolvere mai.
L’evoluzione non è solo un concetto filo-darwiniano, evolvere significa anche cambiare, vedere il mondo da prospettive diverse e superare limiti che a volte coincidono con la nostra infelicità.
Eppure si, il cambiamento fa paura.
Fare una cosa per la prima volta ci terrorizza.
Parlare in pubblico poi non ne parliamo, pare sia la una delle 13 fobie più diffuse nel mondo posizionandosi addirittura prima di quella dell'altezza, dei ragni e della morte, secondo uno studio di YouGov UK1.
Allora perché, a volte, sentiamo l’esigenza di superare i nostri limiti, sentirci scomodi e inadeguati, pur di migliorare la nostra condizione?
Breve disclaimer: in questa newsletter non verrà mai nominata la parola
comfort-zone.
Penso che chiunque di noi abbia sperimentato la noia e, spesso, anche l’infelicità.
In un mondo di stimoli così veloci non è raro sentirsi indietro o sentirci insoddisfatti per qualcosa che non abbiamo.
I limiti positivi di questa tendenza però esistono: essere circondati da input e dalle azioni intraprese dagli altri può portarci a riflettere di più sulla nostra condizione e su ciò che per pigrizia stiamo evitando di diventare.
People get so caught up in the fact that they have limits that they rarely exert the effort required to get close to them.
James Clear - “Atomic habits”
Provare a fare qualcosa che non abbiamo mai fatto ci costringe a guardare in faccia i nostri limiti, ma ci mette anche nella condizione di scoprire nuove parti di noi.
A volte scopriamo il nostro lato coraggioso, altre quello più timido. Altre ancora scopriamo che quello in cui abbiamo sempre creduto di far schifo potrebbe addirittura diventare qualcosa che ci piace, se solo ci sforziamo di capire da dove iniziare.
Fare qualcosa di nuovo per cambiare prospettiva
Nei primi anni 2000 il regista e produttore TV Morgan Spurlock ha dato vita al reality 30 Days.
In ogni puntata del reality, Spurlock stesso o un’altra persona o gruppo di persone vivevano per 30 giorni uno stile di vita particolare a cui non erano abituati (lavorare per un salario minimo, far parte di una comunità di attivisti vegani, essere in prigione, vivere come un musulmano) con l’intento di discutere i temi sociali legati a queste realtà.
(Spurlock non era nuovo a questo tipo di esperimenti: nel 2004 aveva realizzato il documentario Super Size Me, in cui analizzava gli effetti sul suo fisico e sulla sua psiche dopo aver mangiato tutti i giorni per un mese da McDonald’s).
L’obiettivo del programma TV è simile a quello che in sociologia si chiama “osservazione partecipante”, cioè lo studio e l’analisi di dinamiche tra esseri umani, non dall’esterno, ma da una prospettiva interna, privilegiata e appunto, partecipata.
Ma questo esperimento mediatico ci dà anche uno spunto che potremmo utilizzare per la nostra vita quotidiana: provare a fare qualcosa che non abbiamo mai fatto ci dà la possibilità di cambiare prospettiva, di metterci nei panni di qualcun altro, qualcuno che magari avevamo criticato, qualcuno che non capivamo e che ci sembrava troppo lontano da noi.
Mettendoci in una condizione che non è la nostra potremmo vedere una versione alternativa di noi stessi, o potremmo riconsiderare gli sforzi e il coraggio degli altri che prima di noi hanno intrapreso quell’azione per noi nuova.
Potremo addirittura scoprirci più aperti e più tolleranti.
Provare cose nuove per puro egoismo
Al di là dei benefici in termini di comprensione dell’altro, diciamoci la verità: fare qualcosa di nuovo potrebbe servire egoisticamente a noi stessi.
Imparare una nuova competenza ci renderà più interessanti, più abili e più sicuri di noi.
Potremo iniziare quasi a prenderci gusto e vivere, anche solo per poco, decine di vite diverse.
Potremo provare a disegnare anche se sappiamo di essere negati, non diventeremo mai artisti, ma magari diventeremo più capaci, curiosi e abili con la matita in mano.
Potremo imparare un nuovo sport: non diventeremo il nuovo Cristiano Ronaldo, ma le nostre abilità motorie e la nostra linea ne gioveranno.
Oppure potremo fare una delle cose più coraggiose del mondo: uscire da soli e provare a parlare con uno sconosciuto. Magari scopriremo che, anche nel posto più banale del mondo, c’è qualcuno di interessante. Oppure no, ma avremo comunque fatto un atto di coraggio.
Il contenuto che mi ha ispirato 📼
Quando ancora fare un TED era considerata una cosa per pochi, Matt Cutts, del team di sviluppatori di Google, aveva ripreso proprio il concetto reso popolare dallo show 30 Days nel suo speech Try something new for 30 days:
Nel suo intervento Matt Cutts parla proprio del concetto espresso da Morgan Spurlock e racconta la sua esperienza nell’aver messo in pratica lo stesso esperimento (andare in bici al lavoro per un mese, salire sul Kilimanjaro, provare a scrivere un romanzo in un mese, eccetera).
Le cose che non ho mai fatto
Di cose che non ho ancora mai fatto ce ne sono una marea, alcune hanno a che fare con i miei obiettivi, altre semplicemente con la curiosità di esplorare cose che finora non ho mai avuto il coraggio di fare.
Eccone alcune:
•non ho mai giocato a Bowling, è arrivato il momento di rimediare 🎳
•tra tutte le abilità manuali, vorrei imparare a lavorare l’argilla 🏺
•fare un viaggio in Asia (e chissà, forse succederà) 🎍
•lavorare in un contesto internazionale e mettermi alla prova anche con lo speaking in inglese 🗣
•fare immersioni subacquee 🪸
•andare a Las Vegas e sposarmi lì 🎰
•dormire nel deserto 🏜
Tu quando hai fatto qualcosa per la prima volta?
Come ti sei sentito?
Link di questa settimana 🔗
•Se vuoi recuperare la live YouTube di cui parlo in questa newsletter, la trovi a questo link nel canale della Fabbrica dei sogni (e se ti va, fammi sapere cosa ne pensi).
•Martedì scorso è uscito il sesto episodio di Contenuti da panico, puoi ascoltarlo qui.
Mi chiamo Francesca Pinna, sono una Content Strategist freelance che aiuta professionisti e brand a trovare la propria voce online tramite i format di contenuti.
In questa newsletter ho trovato la mia voce.
Se ti va, scrivimi.
Ti auguro di fare qualcosa di nuovo questo week end.
Alla prossima settimana,
Francesca