Come sarà la comunicazione nel 2025
Il ritorno del long-form, il tentativo dei Jalisse di tornare a Sanremo e una nuova definizione di successo.
Ciò che ha avuto successo in passato, a volte, non è replicabile
Fiumi di parole, fiumi di parole tra noi. Prima o poi, ci portano via
Così cantavano i Jalisse nel 1997, nel brano che si intitola appunto “Fiumi di parole” e che li ha portati a vincere il Festival di Sanremo di quell’anno.
Azzeccare una volta la formula giusta però non ti assicura il successo nel futuro: ed è così che i Jalisse non sono mai riusciti a tornare su quel palco, nonostante ci abbiano provato ben 28 volte, l’ultima volta proprio qualche giorno fa.
Eppure c’è qualcosa di invidiabile nella perseveranza, nella volontà di far tornare attuale qualcosa che una volta ha funzionato.
A volte, però, la formula del successo sfugge anche a chi è riuscito a raggiungerlo: spesso ha a che fare con dinamiche circostanziali, con l’essere stati capaci di intercettare i gusti e i bisogni del pubblico in un momento preciso, con l’avere ottenuto un risultato fortuito, imprevisto e irreplicabile.
Ciò che serve alle persone funzionerà sempre
Ci sono però, per fortuna, delle formule che rimarranno per sempre evergreen, di solito queste hanno a che fare con i bisogni più profondi delle persone, sono quegli elementi che non passeranno mai di moda perché ci risolvono dei problemi, ci danno la possibilità di esprimerci e ci aiutano a trovare il nostro posto del mondo.
I contenuti long-form, come i libri e i film, fanno parte di questo insieme.
Gary Vee lo spiega molto bene:
I love when everyone was like 5 years ago “Oh, now that everything is like Tik Tok and 30 seconds, nobody is gonna watch movies anymore, it’s too long.”
And I just laught, that is so naive. Not only we watch movies, we watch 9 hours straight of Netflix, if we like the show.
Ciò che molti hanno frainteso dell’universo digitale è che dovesse andare a sostituire quello analogico, cosa che semplicemente non può esistere.
I video di 30 secondi non sostituiranno mai i film, così come i post su Instagram non potranno mai sostituire un articolo o un libro. Semplicemente co-esistono.
Seguire i trend non è la regola del successo
Forse un po’ tutti ci siamo fatti incantare dal fatto che da un certo momento in poi comunicare fosse semplice e comodo: con un post su Instagram o una storia, e con un po’ di abilità, avremmo potuto raggiungere migliaia di persone, sembrava un gioco da ragazzi.
I trend hanno dato spazio a una tipologia di persone capaci di sintetizzare e semplificare al massimo un messaggio e l’algoritmo ha spinto questa modalità, fino a farla diventare quella preponderante.
Ciò che è successo dopo ha smentito in parte questo meccanismo, per un semplice motivo: troppe persone comunicano allo stesso modo, dimenticandosi di attingere dalla propria personalità.
Instagram conta 2 miliardi di utenti attivi al mese, di cui il 25% crea contenuti1: 500 milioni di persone al mese creano contenuti secondo le regole di Instagram, che tutti conosciamo bene.
Ciò, negli ultimi anni, ha donato estrema visibilità a chi ha saputo intercettare questo momento di espansione, per chi è arrivato dopo però la ricetta segreta ha smesso di funzionare: chi ha iniziato a pubblicare da poco sulla piattaforma e cerca di replicare i risultati di qualche anno fa, si troverà estremamente deluso.
Non è un caso che negli Stati Uniti si sia diffuso il fenomeno descritto dalla giornalista Taylor Lorenz dei “Resentment reels”
I Resentment Reels sono video in cui gli utenti esprimono frustrazione verso la piattaforma, dopo incessanti sforzi per far sì che i loro contenuti venissero visti.
La motivazione dietro a un meccanismo che non funziona più è duplice: da un lato la saturazione della piattaforma, che fa in modo che ci siano troppi utenti attivi nella creazione di contenuti (e con la stessa tipologia di contenuti), dall’altro si è formato uno sbilanciamento nella modalità di espressione collettiva, che ha prediletto per troppo tempo i contenuti short-form, con l’obiettivo di inseguire risultati di reach e di engagement, piuttosto che di awareness e retention.
La verità è che anche nel mondo digitale di oggi, quello delle persone con una bassissima soglia di attenzione, delle persone impegnate e distratte, abbiamo bisogno di contenuti lunghi.
Abbiamo ancora bisogno di qualcosa su cui posare la nostra attenzione, dopo essere stati bombardati tutto il giorno da contenuti veloci, che hanno attirato il nostro sguardo senza lasciarci qualcosa di davvero profondo.
“Brain rot”, il lato marcio dei trend
“Brain rot” o “cervello marcio” è la parola dell’anno per l‘Oxford English Dictionary: la frequenza del suo utilizzo è aumentata del 230% tra il 2023 e il 2024.
Ma cosa esprime questa parola?
Innanzitutto la preoccupazione sui risultati dati dalla continua esposizione ai contenuti veloci e di bassa qualità sui social media, tale da portare a un deterioramento dello stato mentale, al cosiddetto “cervello marcio”.
La social media fatigue non è più un mistero per nessuno: da febbraio a luglio 2024 sono aumentate le ricerche su “come cancellarsi dai social” per tutte le piattaforme.2
Le persone si sono quindi stufate dei social media?
O, invece, si sono stufate di una modalità espressiva troppo superficiale, veloce e disorientante?
La formula del successo: a ognuno il suo format
La verità è che demonizzare una tipologia di contenuto rispetto ad un’altra non serve a niente: esisteranno sempre persone che riescono a esprimersi meglio con i contenuti brevi e quelle che amano i contenuti lunghi.
Ecco quindi che tornano i famosi Fiumi di parole dei Jalisse, di cui avremo un po’ tutti bisogno, non per sostituire i contenuti short-form, ma per equilibrarli.
Ma come si può applicare questo alle nostre strategie comunicative?
Come in ogni ricetta ben riuscita, gli ingredienti devono essere ben bilanciati.
In una strategia di comunicazione dovremo sempre partire dalla nostra personalità, o da quella della nostra attività, e poi individuare i nostri obiettivi.
A partire dalla base della nostra ricetta (personalità + obiettivi), dovremmo poi creare il nostro mix perfetto: 🧪
In base ai miei obiettivi, dove sono le persone a cui voglio rivolgermi?
Quali sono le parole e i filoni narrativi che mi permettono di coinvolgere queste persone?
Con che forma e con che format possono esprimere al meglio il mio messaggio?
Qual è il mio mix perfetto di contenuti, che includa contenuti short-form e contenuti long-form?
Misurare i risultati, trarne delle conclusioni e ripetere dal punto 1.
La formula del successo per il 2025= short-form + long form
I nuovi trend nella comunicazione per il 2025 🔮
Se dovessi scommettere su un nuovo trend comunicativo per il 2025 sarebbe sicuramente il ritorno del long-form nella strategia comunicativa di brand e personal brand.
Questo trend per una volta ci potrà dare la misura del livello qualitativo dei creatori di contenuti, che invece di creare incessantemente a ritmi disumani potranno fermarsi, insieme al proprio pubblico, e dare forma a creazioni più lente, riflessive e di valore.
A questo aggiungo anche:
una crescita ancora maggiore dell’importanza delle community per content creator e aziende
la trasformazione dei personal brand in “relationship brand”: non basterà essere un brand, bisognerà creare valore, attrarre e coltivare le relazioni con i propri clienti anche in modalità 1:1
la nascita di nuove figure professionali che aiutino i creator con una grossa audience a gestirla (autori, community manager, facilitatori di conversazioni online)
Vorresti dare forma(t) ai tuoi contenuti?
Farlo è possibile, per ognuno di noi.
Sia che tu sia un singolo professionista o che debba trovarlo per la tua azienda, possiamo farlo insieme.
In questa newsletter ho trovato la mia voce.
Se vuoi che ti aiuti a trovare la tua, scrivimi:
Link della settimana 🔗
Il video dei Jalisse che brindano ai 28 “no” da parte di Sanremo
Il video di Gary Vee in cui parla di short-form e long-form
Il video di Dan Koe “How Smart Creators Will Grow An Audience From Zero In 2025”
Il video in cui Taylor Lorenz ha coniato il termine “Resentment Reels”: “Instagram fatigue and the rise of 'Resentment Reels”
Le #BigIdeas2025 , cioè i trend per il settore della comunicazione di cui ho parlato su LinkedIn in un video
Quali saranno secondo te le regole per il successo comunicativo nel 2025?
Ti auguro un buon fine settimana pieno di contenuti di valore.
Francesca
Non posso dire come sarà, vorrei che avessero meno successo i contenuti spacconi che esibiscono ricchezze a volte pure fasulle. Lunghi o corti ma che almeno siano interessanti e onesti